Lo Psicologo è un professionista formato e preparato per il primo ascolto, valutazione, diagnosi, orientamento e supporto, riguardo i disagi emotivi e cognitivi ed è la principale figura sanitaria di riferimento per tutti coloro che vedono compromessa la propria salute psicologica.
Le sue competenze hanno come obiettivo il benessere psicologico e la qualità della vita, intese come uno stato di equilibrio fra la persona, con i suoi bisogni e le sue risorse, e le richieste dell’ambiente in cui vive.

Nello specifico si occupa di: 
  • prevenzione: intesa  come  atto  valutativo  di  situazioni  di  rischio,  include  tutte  quelle   attività  finalizzate a sensibilizzare, informare, educare ed anticipare atteggiamenti e comportamenti a  rischio.
  • La  consulenza  psicologica  (o counseling ) comprende le attività di ascolto, definizione del problema e valutazione, l’empowerment, necessari alla formulazione dell’eventuale, successiva, diagnosi.
  • Diagnosi: non un’etichetta giudicante fine a sé stessa, ma uno strumento di indagine, valutazione e definizione del problema che consente di strutturare un intervento mirato sulle caratteristiche e i bisogni soggettivi della persona;
  • Abilitazione/riabilitazione: è la definizione del piano di trattamento che aiuta la persona a riacquisire/mantenere le proprie abilità;
  • Il  sostegno  psicologico è  un  percorso supportivo il  cui obiettivo è  migliorare e rafforzare la cultura dell'autodeterminazione della persona in tutte le situazioni di salute e di malattia.
Tali attività possono indirizzarsi anche a gruppi, istituzioni e società private della più ampia collettività, promuovendo interventi finalizzati alla promozione del benessere sociale, nonché progetti di ricerca psicosociale.
Durante il primo colloquio lo psicologo ascolta e pone domande legate alle problematiche e al disagio che il paziente porta.
Attraverso il dialogo si raccoglieranno informazioni rispetto al malessere, il contesto di vita, le risorse e le motivazioni ad intraprendere un percorso.
Infine lo psicologo si presenta, fornisce informazioni inerenti al proprio modello terapeutico, alle metodologie e tempistiche di lavoro.

L'obbligo principale dello psicologo consiste nel rispetto del Segreto Professionale e di tutte le norme deontologiche descritte e riportate nel Codice Deontologico che stabilisce le norme comportamentali che tutti gli psicologi sono tenuti a rispettare per una buona pratica professionale e che consente alla persona di essere protetta e tutelata.

Inoltre il professionista è tenuto a far firmare una dichiarazione di autorizzazione al trattamento dei dati generici e sensibili, rilasciarne copia previa richiesta, rispettando in questo modo la normativa sulla Privacy.

Un altro obbligo consiste nel rilascio di documentazione fiscale del pagamento (fattura/ricevuta): tali prestazioni sono una spesa sanitaria, pertanto è detraibile dalle imposte al momento della dichiarazione dei redditi.
Questo vale per gli interventi psicoterapici, le consulenze, i colloqui di sostegno, le diagnosi finalizzate all'ottenimento della patente di guida, delle pensioni d’invalidità e del porto d’armi e qualsiasi intervento mirato al cambiamento dei singoli e dei gruppi.
Di contro, le prestazioni che richiedendo l’Iva, ad esempio le attività di orientamento e formazione professionale, le consulenze aziendali o le consulenze tecniche di parte, non sono considerate spesa sanitaria.
No, lo psicologo non è abilitato alla prescrizione di farmaci ed esami clinici e non offre consulenze farmacologiche.
Nei casi in cui la sintomatologia ostacoli il buon esito del percorso, è opportuno valutare insieme alla persona la possibilità di ricorrere a un consulto medico per impostare una terapia farmacologica.

Si devono ritenere d’uso esclusivo alla professione dello psicologo il colloquio e il test (strumento standardizzato che si basa su schemi e teorie di riferimento che attengono alla scienza psicologica).
Essi sono utilizzati per l’analisi e la comprensione della personalità, del comportamento, dei bisogni e delle motivazioni, dell’interazione sociale, dell’idoneità psicologica a specifici compiti.
- Lo psicologo è laureato in psicologia e ha superato l'esame di Stato abilitante alla professione; può avere conseguito ulteriori master di specializzazione e corsi di aggiornamento.
- Lo psicoterapeuta è un professionista laureato in Psicologia o in Medicina che ha ulteriormente acquisito una specifica formazione teorica e pratica, di durata quadriennale, presso scuole di psicoterapia riconosciute dal MIUR secondo la normativa vigente.
- Lo psichiatra è un medico che si è successivamente specializzato in psichiatria. Si occupa delle patologie psichiche derivate da un funzionamento anomalo a livello biochimico del sistema nervoso centrale. Egli utilizza un approccio medico scientifico e prescrive terapie farmacologiche. Se ha frequentato una scuola di psicoterapia di durata quadriennale è anche psicoterapeuta.
- Il neurologo è un medico che si è successivamente specializzato in neurologia. Si occupa prevalentemente di patologie a carico del sistema nervoso, (inteso come organo fisico) dalle epilessie alle cefalee, ai disturbi dei nervi periferici, le malattie come il morbo di Parkinson e di Alzheimer, nonché dei danni neurologici conseguenti a incidenti vascolari come ictus, emorragie cerebrali e trauma cranici.

Occupandosi di aspetti differenti ma integrati nel disagio della persona, queste figure professionali possono collaborare ove necessario.
La psicologia è la disciplina che  studia  i  processi  mentali, il comportamento  e  le   relazioni  che  ne  derivano,  tramite  l’utilizzo  di strumenti  e  tecniche  che  hanno  il  loro   fondamento  in  teorie, costrutti  e  modelli  psicologici  condivisi  dalla  comunità  scientifica.
Tale studio viene appreso durante il corso di laurea e l'abilitazione professionale e si applica ai processi intrapsichici dell’individuo, al comportamento umano individuale e di gruppo, e ai rapporti tra il soggetto e l’ambiente.

La psicoterapia è un'attività terapeutica della psicologia clinica, condotta da uno psicoterapeuta (psicologo o medico, ulteriormente specializzato), che si occupa della cura e risoluzione di disturbi psicopatologici di natura ed entità diversa, che vanno dal modesto disadattamento o disagio personale, fino alla sintomatologia grave causando fattiva instabilità nella vita dell’individuo.
La terapia fa riferimento a un modello clinico e a una precisa impostazione teorica, che prevede l'utilizzo di tecniche di valutazione e di intervento, a seconda dell'indirizzo di specializzazione scelto dal professionista.
I principali orientamenti in psicoterapia sono:
  • Psicanalitico
  • Psicodinamico (il mio)
  • Sistemico Relazionale
  • Cognitivo e Cognitivo comportamentale
  • Approccio Umanistico 
  • Analisi Transazionale
  • Terapia della Gestalt
  • Terapia Corporea 
Se ritieni utile approfondire tali indirizzi chiedi al professionista maggiori delucidazioni.
Diffusa negli anni ’60 e affermata in particolare in quest’ultimo ventennio, la Psicoterapia Dinamica Breve Intensiva (ISTDP - Intensive Short Term Dynamic Psychotherapy) rappresenta una modalità psicoterapeutica attuale e rispondente alle esigenze della persona moderna, ai sintomi legati alla società contemporanea e alla formazione di uno psicoterapeuta adeguatamente attivo.
Essa rappresenta oggi una significativa risposta all'esigenza di coniugare il bisogno di psicoterapia del profondo in tempi contenuti.
La validità, efficacia e stabilità nel tempo dei risultati sono riconosciute a livello internazionale e confermate da numerose e recenti ricerche realizzate nelle strutture Sanitarie Italiane, Inglesi, Canadesi e Americane più all'avanguardia.
Esse trovano indicazione applicativa in una vasta gamma di quadri psicopatologici oggi particolarmente diffusi.

Il modello di riferimento si fonda su premesse teoriche psicodinamiche integrando le teorie, i metodi e test della sua lunga tradizione storica, e si basa:
  • sulla tecnica dell'unlocking all’inconscio
  • sul ruolo centrale dell’esperienza emotiva nei conflitti inconsci
  • sull'individuazione e ristrutturazione delle difese
  • sulla regolazione dell’ansia e dell'umore
  • sull'accelerazione del processo terapeutico
In ogni percorso psicologico, così come in ogni relazione, c’è sempre una componente di umana suggestione, dovuta all'aspettativa che l’altro ci conduca in un “posto migliore” e alla convinzione dello psicologo di poterlo fare.
Detto ciò, tale fiducia va sempre maneggiata con cura, umiltà e attenzione da parte di entrambi.

Resta il fatto che prendere la decisione di chiedere un aiuto psicologico è un passo che spaventa o che solleva alcuni dubbi.
Molti considerano ancora la psicologia come l’ultima frontiera del dolore invece che il suo punto di partenza.
Ciò accade perché abbiamo la tendenza a cercare conferme delle nostre convinzioni, anche se amare o discordanti, piuttosto che confutarle ed entrarci in conflitto, senza renderci conto che questa strategia è una delle trappole che mantiene attiva la sofferenza.
Per non rischiare di esporsi è più comodo aspettare e pensare che con il tempo i problemi si riducano o si risolvano da soli e che l’ansia, l'empasse relazionale e le preoccupazioni, così come sono arrivati, trovino la loro via d'uscita.
Ma è proprio nello scorrere dei giorni che essi si strutturano nella mente e nel corpo sino a produrre una cronica convivenza.
Continuare a dispiacersi o darsi una possibilità: a ognuno la scelta.

Non è necessario avere una diagnosi con un problema di salute mentale per andare dallo Psicologo.
Può capitare a chiunque di attraversare momenti di malessere psicologico, soffrire di ansia e sbalzi di umore, oppure problemi di coppia e sessualità o affrontare delle difficoltà lavorative.
Il report dell'Istat sulla salute mentale in Italia stima che circa 3 milioni di persone abbiano sperimentato almeno un attacco di panico nella loro vita e ancora più persone sperimentino una forma d’ansia.
La depressione è invece il disturbo mentale più diffuso che colpisce circa 2,8 milioni di italiani.
Questi dati, a mio avviso,  ci dicono che perdere i punti di riferimento dopo una separazione o una malattia e faticare a costruirsi un nuovo equilibrio o non riuscire a raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati oppure perdere il posto di lavoro e per questo sentirsi delusi, demotivati e inadeguati, è indice di umana vulnerabilità e non di pazzia.
Per formazione deontologica un professionista non dispensa consigli ne pareri che riflettano il sistema di valori e credenze ai quali lui stesso fa riferimento.
Lo psicologo non è un "amico emotivamente vicino".
Non è nemmeno un sacerdote, un insegnante o un maestro di vita.
Il suo compito è
  • creare una relazione di alleanza con la persona partendo da ciò che ella racconta 
  • esplorare insieme a lei i sintomi e cercare nuove strategie, punti di vista e possibilità che rientrino nei suoi obiettivi e nei suoi bisogni
  • aiutarla ad aumentare la consapevolezza sul problema
  • riconoscere, affrontare e superare il disagio.
In realtà questo è uno dei muri più resistenti da scalfire, sostenuto e alimentato da numerosi film, fiction e social network.
Restare nel presente, nel disagio “qui e ora”, con uno sguardo alla propria storia familiare, è la modalità d’elezione con cui lavorano buona parte degli Psicologi.
Allineo la mia risposta alle parole dello psicanalista Aldo Carotenuto:
Ti raccomando caldamente di lasciare un po’ di spazio per “qualcosa altro”. Un posticino dove collocare il nucleo centrale dell’intero sistema, il fulcro, il focus, ciò che rende veramente unico e letteralmente singolare ogni soggetto: una “libertà”. 
Ti chiedo di credere che il nostro destino ma preferirei dire “la nostra vicenda”, (perché in destino è già implicita una regia esterna a noi) non è scritto nel DNA, così come non è scritto nelle stelle […] così come non è un copione scritto a più mani da genitori, educatori, corruttori, persuasori palesi o occulti. 
Ti prego di credere che, se solo lo vogliamo, non siamo “eterodiretti” né “programmati”, grazie a quel “grumo di libertà” che ti dicevo. 

Percorso di formazione per diventare psicologo:

1) Laurea in Psicologia (Laurea Triennale 3 anni + Laurea Specialistica 2 anni);
2) Svolgere un tirocinio post lauream di 12 mesi effettuato con la guida e supervisione di uno psicologo;
3) Sostenere l'Esame di Stato abilitante alla professione;
4) Iscrizione all'Albo degli Psicologi (sezione A) della propria Regione ed è tenuto a rispettare il Codice Deontologico (di seguito c.d.).

Si aggiunge al percorso sopra descritto una formazione complementare, come corsi di aggiornamento, master o formazione presso scuole di specializzazione riconosciute dal MIUR, dato anche il fatto che lo psicologo è obbligato, per legge, a tenere attiva la propria preparazione (art. 5 c.d.), in modo da offrire a chi si rivolge a lui competenze professionali adeguate e scientificamente fondate.
Di seguito una breve guida che permette di orientarsi e capire come è organizzata la rete dei servizi sulla salute mentale.

Centro Antiviolenza: Offre aiuto gratuito alle persone che subiscono violenza con l’obiettivo di accompagnarle e sostenerle in un percorso protetto di uscita dalla sofferenza.
Opera in rete con altri servizi e istituzioni del territorio.

Il Servizio per le Dipendenze Patologiche (SER.D.) 
Il Ser.D. è un Servizio Pubblico che ha il compito di fornire interventi di prevenzione, diagnosi, cura e reinserimento di persone con disturbi legati alla dipendenza patologica (farmaco-tossicodipendenze, alcoldipendenze, gioco d’azzardo patologico e tabagismo) e ai loro familiari.
I servizi si differenziano sulla base della tipologia di dipendenza.
Tra i compiti specifici dei del Ser.D. rientra la presa in carico e la valutazione diagnostica dell’utente per l’individuazione dei trattamenti più adeguati che possono essere erogati dal sistema dei servizi del territorio, pubblici e del privato sociale.
L’accesso è gratuito e può avvenire direttamente, negli orari di apertura al pubblico.

Il Servizio di Neuropsichiatria Infantile (N.P.I.) svolge attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione per disturbi di natura neurologica, neuropsicologica, psicologica e psichiatrica del bambino e dell’adolescente.
Il servizio di NPI svolge interventi in collaborazione con: i Servizi Sociali, le Istituzioni scolastiche, il Tribunale dei Minori, il Tribunale Civile e Penale, i Servizi Sanitari Ospedalieri e delle Aziende Sanitarie Locali.

Il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (S.P.D.C.) sono reparti ospedalieri specializzati dove si effettuano ricoveri volontari o TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio, ovvero quando una persona viene sottoposta a cure mediche contro la sua volontà).
I ricoveri vengono effettuati in condizioni di crisi psichiatrica ed hanno la funzione di contenere il malessere e di giungere ad una diagnosi.

I Centri di Salute Mentale (C.S.M.) accolgono problematiche psicologiche e psichiatriche di diversa entità e gravità.
Essi rappresentano la porta d’acceso per le varie prestazioni legate alla salute mentale.
La presa in carico da parte del Servizio è possibile solo previa visita psichiatrica o psicologica. Possono rivolgersi al CSM tutte le persone maggiorenni domiciliate nel territorio di competenza.
Nel CSM vengono elaborati ed attuati progetti terapeutico-riabilitativi individualizzati, strettamente integrati con il reparto ospedaliero (SPDC) e con le strutture riabilitative, oppure con una attività territoriale programmata che comprende la possibilità di interventi ambulatoriali, nell'ambiente sociale e al domicilio del paziente.
Nel progetto viene coinvolto ove possibile il Medico di Medicina Generale e la famiglia del paziente.

I Centri Diurni sono strutture semi residenziali aperte elusivamente durante il giorno. Le attività sono principalmente di tipo riabilitativo, finalizzate ad apprendere o riacquisire le abilità nella cura di sé, nelle relazioni interpersonali e reinserimento lavorativo.
L’utente vi accede in base a programmi concordati con gli operatori del CSM.